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Pier Goodmann
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Immaginiamo un futuro diverso per Savigliano

Il nostro impegno sarà in prima linea per raggiungere gli obiettivi
Impegno

100%

Idee

100%

Rispetto

100%

Sicurezza e Viabilità

Nuove misure per la sicurezza in città e pratiche di controllo.

Verde Pubblico

Interventi per aumentare le zone di verde pubblico.

Sviluppo Economico

Il nostro impegno è collegato al rilancio economico della città.

Scuole

Miglioramento del servizio comunale offerto dalle scuole.

Assistenza

Maggiore offerta di assistenza alle persone più fragili.

Giovani

Per scrivere il futuro i giovani sono il nostro punto di riferimento.

Frazioni

Maggiore coinvolgimento, cura e attenzione rivolta alle frazioni della città di Savigliano.

Le nostre priorità

Noi riteniamo che si possa amministrare una città in molti modi, ma che soltanto uno sia quello corretto:

  • chi si propone di farlo deve indicare chiaramente le priorità sulle quali intende operare: nel nostro programma le priorità sono ben evidenziate;
  • il Sindaco eletto, la sua Giunta e tutti i Consiglieri di maggioranza devono saper cogliere le istanze del territorio ed integrarle con le priorità indicate in campagna elettorale;
  • ogni decisione deve essere presa in piena autonomia: ascoltare tutti è un dovere, assumersi delle responsabilità anche;
  • Sindaco, Giunta e Consiglieri lavorano per i cittadini e ai cittadini devono rendere conto: attraverso i canali di informazione locale tutto il nostro lavoro sarà costantemente rendicontato;
  • vi sono questioni che riguardano esclusivamente il settore pubblico, altre quello privato, ma sono numerosissimi i campi dove soltanto dalla sinergia tra pubblico e privato si può trovare una risposta adeguata alle esigenze della città. La nostra amministrazione ricercherà costantemente il dialogo e la sinergia con le realtà presenti sul territorio, siano esse istituzioni pubbliche, aziende private, associazioni di categoria o associazioni culturali e del terzo

 

Le nostre priorità

Il lavoro è il fondamento della nostra nazione. Tale scelta dei Costituenti l’indicazione netta del valore indispensabile del lavoro per la piena realizzazione dell’individuo nella società.

L’Amministrazione Comunale non può creare direttamente posti di lavoro, ma deve adoperarsi, pancia a terra, per creare le condizioni affinché aziende di ogni settore e dimensione decidano di investire nella nostra città.

Questo principio, che riprenderemo più e più volte nel nostro programma, con riferimento a molte situazioni concrete che vogliamo creare, sarà la stella polare del nostro modo di governare la città. Abbiamo la fortuna di ospitare due corsi di laurea assai differenti tra loro e l’Università è un volano indispensabile per la ricerca di opportunità di investimento, siano essi investimenti sul sociale o investimenti su attività produttive o di trasformazione di materie prime.

La presenza sul territorio di aziende leader mondiali nel loro settore come Alstom o Saint-Gobain, di aziende votate all’innovazione nel settore della meccanizzazione agricola, di consorzi di filiera nel settore agro-alimentare, solo per citare alcuni dei valori aggiunti della nostra città, devono essere valorizzate al meglio.

Al mondo dell’agricoltura deve essere garantito un dialogo diretto con l’Amministrazione, e deve orientarsi alla tutela e valorizzazione delle eccellenze del territorio. Amministrazione e Università devono collaborare ogni volta che possono. Amministrazione e aziende devono confrontarsi sulle sfide del futuro. Amministrazione e terzo settore devono condividere gli stessi obiettivi. Amministrazione e istituzioni pubbliche devono dialogare per adottare un linguaggio comune.

Tutti gli sforzi saranno indirizzati a creare le condizioni ideali affinché il lavoro arrivi e resti. Nel rispetto delle regole.

Nel rispetto delle differenze.

La città ha progressivamente smarrito la propria identità. È come se il tempo si fosse fermato dopo il restauro del Convento di Santa Monica che attualmente ospita l’Università.

Savigliano ha perso, anno dopo anno, decine di famiglie che hanno trovato condizioni più favorevoli di crescita in piccoli centri contermini. Si tratta di famiglie composte spesso da giovani coppie con figli, il cui impatto sulle realtà economiche della città è significativo; uomini e donne che spesso rappresentano la forza lavoro d’eccellenza per le micro, le piccole e le medie imprese presenti.

Per invertire questa tendenza, si può e si deve ripartire dalla valorizzazione delle grandi potenzialità inespresse della città.

È tempo che si metta mano ad un profondo cambiamento nell’atteggiamento a riguardo del Centro Storico.

Quello della pedonalizzazione del Centro Storico è un tema che fa discutere, ma è un argomento sul quale si possono trovare punti d’incontro inattesi tra le ragioni dei residenti, dei commercianti e dei cittadini saviglianesi che il centro lo vivono e lo frequentano quotidianamente.

Avere un Centro Storico ben definito, una vasta area pedonale, attiva un circolo virtuoso: la città assume una forte identità e attrattività. Di conseguenza aumentano le persone che la frequentano e, a ruota, gli investimenti in attività commerciali. Maggiore è l’offerta (negozi, bar, ristoranti) maggiore diventa la domanda.

La nostra volontà è di confrontarci con tutti gli attori coinvolti e poi di definire in piena autonomia una strategia che gli anglosassoni definirebbero “win-win”: dai cambiamenti condivisi, tutti abbiamo infatti qualcosa da guadagnare!

Ridefinire l’assetto del Centro Storico di Savigliano, istituendo nuove aree pedonali, renderà necessario rivedere la viabilità e il piano degli stalli. A tal proposito pensiamo sia indispensabile confrontarsi con cittadini e investitori privati per individuare luoghi e modalità di costruzione di parcheggi, a raso/seminterrati/pluripiano in luoghi strategici di accesso al centro cittadino. Una base di partenza sarà l’analisi del Piano Urbano del Traffico del 2013 e il documento finale redatto dal Tavolo Tecnico per la Viabilità del 2018, restati, per larghi tratti, lettera morta.

Savigliano ha una grande tradizione di accoglienza, iniziata con i flussi migratori dal Sud Italia di decine di famiglie attratte dal lavoro in fabbrica, in particolare alla Fiat Ferroviaria (Alstom) e alla Saint Gobain. Savigliano ha poi accolto numerosi nuclei familiari di immigrati albanesi negli anni ’90, oggi perfettamente integrati nel tessuto sociale cittadino. Nell’ultimo decennio molti lavoratori indiani e pakistani hanno iniziato a ripopolare le nostre campagne, lavorando come braccianti agricoli, in numerosi allevamenti di bovini e suini. Anche il forte flusso migratorio stagionale per la raccolta della frutta coinvolge le campagne e le frazioni saviglianesi e vi sono interi settori economici nei quali le prestazioni d’opera di lavoratori provenienti da altri paesi rappresentano la maggioranza: l’edilizia e l’assistenza domiciliare agli anziani sono due esempi evidenti di questa tendenza.

La nostra volontà è di adoperarci per migliorare il più possibile le condizioni di queste famiglie, dialogando con tutte le comunità e individuando insieme figure di supporto madrelingua che ne aiutino l’integrazione, attraverso la ricerca di sistemazioni dignitose, un aiuto concreto per i ricongiungimenti familiari, il supporto ai minori in età scolare per favorire un inserimento che sia realmente inclusivo e, soprattutto, un particolare riguardo per la condizione femminile. Molto spesso le mogli di questi lavoratori non hanno possibilità di apprendere la nostra lingua se non attraverso i propri figli che frequentano la scuola, figli per i quali dovrebbero essere loro un supporto e non viceversa. Finiscono così spesso per patire una condizione di isolamento all’interno delle mura domestiche che si ripercuote negativamente su se stesse e sul processo di integrazione dell’intero nucleo familiare.

Il tema dell’accoglienza riguarda però anche altri due aspetti che non hanno certo risvolti sociali drammatici, ma hanno effetti economici altrettanto importanti.

Da un lato vi è infatti il tema dell’accoglienza di lavoratori e studenti che devono o vogliono trascorrere periodi più o meno lunghi nella nostra città. Dall’altro vi è il tema dell’accoglienza turistica, quest’ultimo strettamente connesso con la valorizzazione del territorio e l’organizzazione di fiere internazionali.

La presenza di aziende importanti, che si avvalgono di lavoratori e lavoratrici di altre sedi per periodi di tempo breve o medio e, soprattutto, la presenza di un ateneo importante che attrae centinaia di studenti e studentesse, richiedono la presenza sul territorio di un’offerta immobiliare dedicata. Certamente la risposta deve arrivare dal privato, ma noi vogliamo fortemente assumere il ruolo che compete ad una amministrazione pubblica moderna: la di cabina di regia, il coordinamento, la creazione delle condizioni che favoriscono l’intervento del privato, il ruolo di supporto alla domanda.

Sul fronte turistico, invece, l’assenza di una struttura ricettiva dai tempi della chiusura della Gran Baita, è un vero e proprio handicap per la città nel suo insieme. Anche su questo fronte le amministrazioni che si sono succedute hanno di fatto alzato le braccia, arrendendosi di fronte all’ineluttabilità di un destino cinico e baro. Noi intendiamo affrontare di petto il problema, stimando le reali potenzialità di una struttura ricettiva, valutando le potenzialità di ciò che resta attraverso un’accurata due diligence, e successivamente promuovendo un progetto d’investimento presso società specializzate.

Uno dei primati che la città di Savigliano “vanta” è relativo al prezzo al mq delle abitazioni in vendita o in locazione: tra i più alti in provincia se si escludono alcune località sciistiche di grido, il cui mercato riguarda però principalmente le seconde case.

Questo primato ha due conseguenze. Una conseguenza è apparentemente positiva: i saviglianesi proprietari di immobili sono potenzialmente più ricchi. L’altra conseguenza è negativa: alcune famiglie sono state e sono costrette a lasciare Savigliano per soddisfare la propria esigenza abitativa. Questo trend ha subito un’accelerazione a partire dal 2007, anno in cui la crisi del mercato immobiliare, unitamente ad una crisi finanziaria internazionale senza precedenti, ha colpito l’Europa dopo aver messo in ginocchio gli Stati uniti.

Nel 2007 una famiglia italiana su sette che aveva contratto un mutuo per l’acquisto della prima casa,

non era più in grado di pagarlo.

L’UE si mosse in fretta per cercare un rimedio ed anche l’Italia fece la sua parte. Nel giugno del 2008 venne introdotto il cosiddetto “Piano Casa” che trovò applicazione con un D.P.C.M. nell’estate successiva.

Tale decreto individuava l’obiettivo di “garantire su tutto il territorio nazionale il rispetto dei livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo per il pieno sviluppo della persona umana attraverso la costruzione di nuove abitazioni o il recupero di quelle esistenti da destinare prioritariamente alle categorie sociali svantaggiate”.

Nel Piano Casa si introdusse nel nostro ordinamento il concetto di Housing Sociale, ovvero di edilizia residenziale destinata prevalentemente alla locazione a canoni calmierati, per venire incontro alle esigenze di quei nuclei familiari che guadagnavano troppo per  vedersi  assegnato un alloggio popolare, ma non abbastanza per poter accedere all’edilizia libera. In particolare:

  • nuclei familiari a basso reddito, anche monoparentali o monoreddito;
  • giovani coppie a basso reddito;
  • anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate;
  • studenti fuori sede;
  • soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio;
  • altri soggetti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 1 della Legge 9 del 2007;
  • immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno dieci anni nel territorio nazionale o da almeno cinque anni nella medesima

La fascia che ricomprende questi nuclei familiari, da allora, si è ampiamente allargata e gli effetti economici negativi della pandemia non faranno che ampliarla ulteriormente.

Nessuna amministrazione cittadina dal 2009 ad oggi ha mai affrontato il tema dell’Housing Sociale, né si è mai posta il problema di quella che potrebbe rivelarsi una bolla speculativa sui prezzi degli alloggi.

Anche su questo tema la nostra volontà è quella di creare le condizioni affinché le legittime esigenze delle imprese di costruzione e dei proprietari di immobili, che si attendono una corretta remunerazione dei loro investimenti/asset, possano coniugarsi con le esigenze della domanda, in particolare per quelle fasce di popolazione che, ribadiamo ancora una volta, incidono significativamente in senso positivo sulle realtà economiche e sociali locali: dalla scuola, ai negozi, alle aziende e così via.

Essere in grado di integrare perfettamente nella propria società chi decide di farne parte, o porsi nella condizione di poter ospitare, con profitto per l’economia locale, lavoratori e lavoratrici fuori sede, studenti e studentesse universitari – e i loro docenti, e il personale amministrativo… – nonché i turisti, non basta.

Intanto perché lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, per diventare un valore aggiunto devono preferire passare il proprio tempo libero a Savigliano e non fuggire in ogni periodo più o meno lungo di inattività. Occorre in altre parole invogliarli a diventare saviglianesi per tutto il periodo della loro permanenza in città.

Con riferimento al turismo, poi, le presenze non piovono dal cielo, ma vanno ricercate attraverso attività di promozione del territorio organiche e strutturate. Ben vengano le occasioni speciali per far conoscere il territorio, come la Fiera della Meccanizzazione Agricola o Quint’essenza: la volontà è di rafforzarle, di consolidarle e di replicarne il modello. Tuttavia, la loro capacità di tradursi in presenze turistiche significative nel resto dell’anno è assai poco probabile.

Il tema dell’incoming rimane quindi prioritario e pensiamo che debba essere affrontato, come vedremo più oltre riferendoci alla Cultura, attraverso la capacità di fare rete con tutti gli attori del territorio, non inteso come ambito esclusivamente comunale, bensì di sistema.

Occorre poi lavorare per creare le condizioni ottimali affinché la città si mantenga giovane e dinamica, iniziando dal non perdere giovani famiglie costrette a trovare altrove condizioni economiche più favorevoli.

Servizi alla persona

Uno degli altri asset sui quali vogliamo concentrare le nostre attenzioni e risorse è relativo all’edilizia scolastica, in particolare gli edifici che attualmente ospitano le scuole primarie saviglianesi.

La scuola è profondamente cambiata. Basta leggere poche righe delle Indicazioni Nazionali per la scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione per rendersi conto del ruolo completamente diverso che compete alla scuola in questo principio di nuovo millennio. La realtà invece è drammatica. L’edificio che attualmente ospita la primaria del I circolo – Via Ferreri – è al limite della vergogna. Le aule non sono pensate per ospitare bambini né sono idonee per svolgere attività didattiche che non siano frontali (del tutto o quasi sparite dalla didattica moderna). È privo di una palestra, di una mensa scolastica adeguata (nonostante l’offerta formativa preveda il tempo pieno), di uno spazio esterno fruibile dai bambini, nonché di un parcheggio per i genitori che portano e prendono i figli a e da scuola, e per gli insegnanti che ci lavorano. L’edificio che ospita la primaria del II circolo – Borgo Pieve – non sta messo molto meglio. Si tratta di un edificio dedicato, sì, ma del tutto superato e con problemi di manutenzione che graveranno sempre di più sulla spesa corrente del Comune. La palestra, usata anche da alcune associazioni sportive, è indecorosa e priva di spogliatoi; non c’è una mensa, e le aule sono al limite della capienza, mentre la scuola nel suo complesso pare che la capienza massima la superi da anni. Anche qui non esistono laboratori e gli spazi per svolgere attività individualizzate sono un miraggio.

Savigliano ha bisogno di una nuova scuola in grado di ospitare più di 1000 alunni completa di:

  • un numero sufficiente di aule, laboratori e spazi dedicati alla cura dei più deboli;
  • una mensa (cucina + refettorio) strutturata per non meno di 850/900 pasti al giorno;
  • due palestre complete di spogliatoi al servizio della scuola e di realtà sportive esterne;
  • uno spazio verde esterno adeguato, che per una scuola primaria non è un optional, ma una necessità.

Tale progetto ha tempi di realizzazione medio/lunghi e questo rende ancora più urgente avviare tutte procedure per poter partire con i lavori:

  • individuare l’area più idonea, valutandone attentamente l’impatto sulla viabilità cittadina;
  • coinvolgere la popolazione nel processo di selezione dell’area e di scelta del progetto;
  • dotare il progetto degli strumenti urbanistici adeguati.

Riguardo al tema delle risorse finanziarie, seppur l’indebitamento attuale del Comune sia molto basso – non si è investito su nulla -, è impensabile che il Comune da solo possa farcela. L’esperienza insegna, però, che i Comuni virtuosi sono quelli bravi a farsi trovare pronti, con progetti sostenibili e cantierabili, quando i finanziamenti vengono erogati.

A Savigliano nascono sempre meno bambini e il calo demografico è compensato esclusivamente dall’immigrazione. In molte scuole pubbliche la percentuale di bambini iscritti appartenenti a famiglie di immigrati supera il 50% e questo dato va visto positivamente, per la ricchezza che culture diverse apportano alla nostra società sempre più cosmopolita.

L’immigrazione è un dato di fatto e non c’è amministrazione, neppure statale, figurarsi se locale, che possa condizionare i suoi flussi.

Su un altro terreno la nostra amministrazione vuole e deve agire: abbiamo più volte ribadito la nostra ferma convinzione che la crescita della città passi in via prioritaria dal non disperdere la ricchezza rappresentata dai nuclei familiari di nuova formazione che coinvolgono soggetti residenti.

Più ancora: dalla capacità di attrarre nuove famiglie, specialmente di giovani, facendo trovare loro, nella nostra città, le condizioni per vivere meglio.

L’assenza – o la presenza ridottissima – di servizi per la prima infanzia a costi ragionevoli è un elemento fortemente impattante sulle famiglie. La maternità non deve diventare un handicap né per le donne lavoratrici, né per i loro datori di lavoro, né un salasso per le casse dei genitori del neonato.

La nostra amministrazione lavorerà per favorire lo sviluppo di tali servizi, non dispensando contributi unatantum che non risolvono il problema, ma affrontando la questione con le imprese del territorio e le associazioni di categoria. Per le realtà economiche, infatti, il tema della fidelizzazione dei propri collaboratori e delle proprie collaboratrici è molto sentito: il lavoro flessibile si adatta bene alle realtà più strutturate, ma crea enormi difficoltà alle micro e piccole imprese che popolano il nostro territorio.

Molte piccole realtà trovano spesso nel o nella dipendente un vero e proprio partner. Offrire ai collaboratori, a fianco al compenso, un benefit come la certezza di un servizio efficiente per la fascia 0-3 a costi contenuti può diventare l’elemento che crea stabilità e continuità di rapporto tra azienda e lavoratore o lavoratrice.

Parlare dell’offerta di attività sportiva potrebbe sembrare distante dalle responsabilità di un’amministrazione pubblica. Va da sé che l’organizzazione dell’offerta non può e non deve riguardare il pubblico, ma, anche per una questione di risorse, esclusivamente il privato. Noi vogliamo però spenderci, attraverso ogni forma consentita, per favorire l’aggregazione ed il coordinamento di attività che hanno un ruolo educativo secondo solo alla scuola. Non si tratta quindi soltanto di organizzare i turni nelle palestre disponibili – attività che comunque sarà svolta con una più equa ripartizione – e/o stabilire quanto le società sportive possono permettersi di pagare le strutture facendogli i conti in tasca come purtroppo recentemente avvenuto.

Si tratta invece di adoperarsi per far nascere sul territorio (anche in senso più ampio della sola città di Savigliano) una collaborazione tra società sportive in grado di garantire due cose fondamentali. La prima: una proposta formativa adeguata.

I bambini, fino agli 8-9 anni di età, hanno la necessità di sviluppare al meglio gli schemi corporei di base. In passato l’avvio ad una pratica sportiva avveniva non prima dei 6/7 anni e riguardava bambini che sviluppavano le abilità motorie prima dell’ingresso nella scuola primaria, giocando nei cortili, arrampicandosi sugli alberi, correndo nei campi o mulinando su biciclette di ferro pesanti come motociclette. Le generazioni attuali sono caratterizzate da tanti bambini che in prima elementare faticano a salire e scendere le scale e a riprendere al volo un pallone lanciato per aria.

Solo una reale collaborazione e un coordinamento operativo tra società diverse potrebbe garantire l’offerta formativa di avviamento allo sport in stretto contatto con la scuola primaria; un’offerta votata a sopperire in prima istanza alla scarsa attitudine al movimento delle nuove generazioni sempre più colpite dall’(ab)uso precoce di mezzi elettronici e sempre più vittime di disturbi alimentari associati alla scarsa mobilità. E solo una tale sinergia tra soggetti diversi, ma uniti nella finalità educativa ultima, potrebbe garantire di perseguire tale obiettivo con personale qualificato coordinato da e con gli specialisti di educazione motoria presenti all’interno della scuola primaria. Nel prosieguo dell’attività sportiva, un’attività di base avrebbe ripercussioni positive anche sulle diverse discipline, rappresentate dalle singole società sportive. Esse potrebbero tornare a lavorare con bambini dotati di un buon grado di sviluppo delle abilità motorie di base e soprattutto potrebbero concentrarsi sulle specificità del proprio sport.

La seconda: una continuità operativa che vada oltre la disponibilità degli imprenditori o delle imprenditrici di turno che finanziano lo sport praticato dai propri figli, o di cui sono appassionati, fintantoché i figli praticano quello sport e/o la loro passione si affievolisce.

Lo sport ha bisogno di avere società finanziariamente sane, in grado di garantire una continuità nel tempo che non ha solo un valore da un punto di vista sportivo. Lo sport, infatti, ha anche bisogno di strutture adeguate. Il Comune di Savigliano è piuttosto carente di infrastrutture sportive e su questo tema il PPP rappresenta la strada principale per sopperire a dette lacune.

Noi valuteremo attentamente quali società sportive possono svolgere il ruolo di interlocutori pienamente credibili con cui instaurare rapporti di lungo periodo e delicati come un project financing.

Per quanto detto qui sopra, siamo convinti che sarà più facile dialogare su queto tema con raggruppamenti di società anziché con singole realtà, perché dalla collaborazione di più soggetti, per dimensioni e potenzialità, può scaturire la continuità finanziaria e operativa alla base un’operazione di sviluppo immobiliare di un’opera cosiddetta “tiepida”, che, in quanto tale, ha bisogno di tempi medio-lunghi (25/30 anni) per poter remunerare l’investimento.

Savigliano è un piccolo scrigno pieno di tesori: la Gipsoteca, l’Archivio Storico, il Milanollo, Palazzo Taffini, il Múses e il museo Ferroviario sono tra i più noti. Piazza Santarosa è un salotto e Parco Graneris, col bel tempo, si trasforma in una miniatura di Central Park.

Inoltre, il territorio delle cosiddette “Terre di Pianura”, di cui la nostra città è il centro fisico, ricomprende diversi punti degni di nota e di visita: il Castello degli Acaja di Fossano, il Castello e il Centro Cicogne a Racconigi, il centro storico saluzzese con la Castiglia e Casa Cavassa, i Castelli di Manta e Lagnasco, anche qui, solo per citare i principali.

Tutto il territorio è attraversato da un dedalo di strade secondarie, talvolta ancora sterrate, che in estate invogliano a esplorare in bicicletta la campagna circostante. E per chi ama il trekking c’è il sentiero sul Maira: un fantastico percorso lungo il fiume che da Cavallermaggiore potrebbe giungere sino a Busca, diventando una meta per diversi amanti del genere, oltreché regalare splendide passeggiate agli abitanti dei centri urbani attraversati.

La popolazione complessiva dell’area supera le 100 mila unità, rendendo di fatto sostenibile qualsiasi proposta culturale condivisa. Tale pubblico ha altresì la capacità di attrarre proposte culturali diverse per offrire un panorama variegato e ricco di eventi lungo tutto l’arco dell’anno.

Naturalmente perché tutto ciò sia possibile, occorre ragionare in termini sovracomunali, o, come andava di moda dire qualche anno fa, per ambiti territoriali ottimali.

A livello “macro” la cultura e la promozione del turismo saranno pertanto trattati al pari di altri servizi per i quali il Comune opera in sinergia con le amministrazioni dei Comuni contermini, riconoscendo la complessità di una progettazione efficace del servizio e una gestione unitaria delle risorse, oltre ad una vera e propria task-force nel reperimento di fondi. Naturalmente tutto ciò se le amministrazioni limitrofe accetteranno di sposare questa linea comune. In ogni caso la nostra ferma volontà è di aprirci con loro al dialogo ed alla collaborazione e non di chiuderci in uno sterile campanilismo come avvenuto sotto l’attuale amministrazione.

A livello “micro” si lavorerà per offrire proposte culturali in grado di intercettare le esigenze di ogni fascia d’età. Siamo convinti che si debba partire dall’esistente, valorizzando e supportando le diverse associazioni che operano sul Comune. Tali realtà operano su diversi fronti: musica, cinema, arti figurative, teatro, attività circensi.

Vogliamo offrire loro il supporto e lo spazio di cui necessitano; in cambio otterremo un coinvolgimento più attivo della cittadinanza nella vita culturale della città e insieme potremmo definire e/o organizzare buona parte del calendario delle proposte culturali.

A Savigliano sorgerà un nuovo Ospedale e la Regione, unico ente deputato alla scelta della sua ubicazione, del progetto e della sua realizzazione non vede l’ora di poter dialogare con un’amministrazione che non ne faccia una questione politica/ideologica/elettorale. Le spaccature interne al Partito Democratico e le polemiche inutili tra i sindaci di Savigliano e Saluzzo che le hanno accompagnate, hanno rallentato solamente il processo di sviluppo della città che si accompagnerà alla realizzazione dell’edificio.

Un nuovo ospedale è una grandissima opportunità di sviluppo, grazie all’indotto che genererà e al forte impatto che avrà la riqualificazione dell’area dove sorge l’attuale nosocomio.

La Regione intende realizzare un polo sanitario d’eccellenza che avrà ricadute importanti non solo per la città, ma per tutto il territorio coinvolto – servizi medici ausiliari, ricettività, ristorazione, nuova occupazione.

Savigliano diventerà una delle poche città di queste dimensioni a poter disporre di un Ospedale e di una Casa della Salute, in quanto parte dell’attuale ospedale continuerà ad ospitare ambulatori e centri per esami specialistici, mantenendo così parte dei servizi diagnostici e di cura nel centro cittadino.

Per comprendere meglio la portata delle potenzialità per Savigliano di una tale opera, basti citare l’investimento che il Gruppo Koelliker ha recentemente effettuato acquistando la saviglianese Salucom, progettandone anche un ampiamento.

Savigliano appartiene ancora al novero delle tranquille città di provincia, dove il problema della sicurezza non raggiunge livelli di guardia.

Non mancano però episodi di vandalismo, spesso a danno di edifici pubblici, né episodi di violenza, seppur sporadici e circoscritti. Molto sentita dalla popolazione è la problematica legata ai furti negli appartamenti, che in periodi di crisi economica purtroppo aumentano un po’ ovunque. Ad essere colpiti da questa piaga non sono più colpiti soltanto i privati: basti pensare che nell’ultimo anno, in tutte le scuole cittadine, sono state rubate buona parte delle attrezzature informatiche.

Il nostro intento è quello di collaborare con chi è deputato ad occuparsi della sicurezza, che riteniamo agisca al meglio delle proprie possibilità, attraverso un’azione amministrativa votata al rafforzamento della prevenzione. L’azione amministrativa si sostanzierà nell’installazione di telecamere di sicurezza in alcuni punti strategici al fine di prevenire il più possibile il verificarsi di tali episodi.

Tutte le nostre proposte programmatiche sono improntate a creare le condizioni affinché tutti gli attori del territorio (scuola, università, imprese, associazioni di categoria, del terzo settore, sportive e culturali, ecc.) possano trovare la loro massima espressione rendendo la città, viva, accogliente e attrattiva. Allo stesso modo vogliamo affrontare il tema delle politiche giovanili.

Più che strizzare l’occhio ai giovani elettori proponendo mirabolanti manifestazioni ricreative – che sono in grado di organizzarsi da soli – vogliamo porre l’accento sulle questioni che riteniamo prioritarie:

  • orientamento, anche precoce, per scoprire il proprio talento e indirizzarlo nella scelta della scuola giusta, del lavoro più congeniale;
  • approccio al mondo del lavoro, creando opportunità per far conoscere ai giovani il mondo del lavoro e per far conoscere i giovani talenti alle imprese;
  • esperienza internazionale, promuovendo scambi interculturali a livello scolastico, esperienze di studio e lavoro giovanile all’estero, scambi alla pari con studenti e studentesse o lavoratori e lavoratrici di altri paesi;
  • accesso al credito, sottoforma di garanzie per prestiti d’onore o forme contrattuali equivalenti.

A corollario di quanto proponiamo di fare per la città, vorremmo fare un piccolo esempio di cosa si potrebbe realizzare, semplicemente coordinando l’attività di diverse realtà sul territorio, coinvolgendole in un progetto specifico.

Progetto: la settimana dello sport.

Contenuti: organizzare tornei giovanili che coinvolgano diverse realtà sportive: calcio, basket, volley, ginnastica ritmica, nuoto, ecc., concentrandoli in un unico periodo (ponte del 25 aprile/1° maggio/2 giugno?).

Attori coinvolti: Savigliano verrebbe invasa da centinaia di giovani atleti provenienti da diverse regioni che potrebbero venire ospitati presso famiglie saviglianesi come sempre accaduto in passato. I pasti potrebbero essere preparati e distribuiti sotto l’Ala di Piazza del Popolo dagli studenti e dalle studentesse dello CNOS; l’accoglienza e l’accompagnamento delle varie squadre potrebbe essere a cura degli studenti e delle studentesse del Cravetta Marconi per i servizi turistici, i loro colleghi e le loro colleghe del corso di grafica e comunicazione si potrebbero occupare della progettazione e realizzazione della comunicazione dell’evento, dagli inviti alla cartellonistica, dal sito web al social media management, mentre studenti e studentesse dei licei potrebbero occuparsi delle visite guidate ai principali monumenti e musei cittadini.

Obiettivi: sarebbe un’occasione eccezionale per far conoscere la città e i suoi tesori, un’opportunità per i nostri studenti di misurarsi su un evento reale e per le nostre società sportive un modo per gratificare i propri atleti ed acquisire prestigio.

Tutti questi obiettivi, ed altri di tipo più economico, verrebbero raggiunti a costo “0” per l’Amministrazione, che assumerebbe il ruolo di coordinamento dell’intera iniziativa.

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